Rc Auto e costi alti
L’ Autorità Garante della Concorrenza ha avviato una istruttoria e inviato gli ispettori in alcune aziende. Nel mirino i colossi assicurativi e i siti di comparazione, da Segugio a Facile.it.
Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato durante il periodo della pandemia, che ha visto la diminuzione del traffico e quindi dei sinistri, si è messo in opera un presunto grande "accordo" tra le principali compagnie assicuratrici e i siti di comparazione come Segugio e Facile.it, con lo scopo di mantenere alti i prezzi. Tutto ha avuto origine da un'inchiesta dell' Espresso che aveva verificato l’anomalia dei prezzi della Rc auto rimasti alti, nel periodo 2020-2021, nonostante il calo del 30% dei sinistri.
L' istruttoria avviata riguarda le seguenti compagnie: Sicuro S.p.A., CercAssicurazioni.it S.r.l. (“Segugio”), Daina Finance Ltd, Rappresentanza Generale per l’Italia (“ComparaMeglio”), Facile.it Broker di Assicurazioni, Allianz Direct S.p.A., Admiral Intermediary Services S.A., B2C Innovation S.p.A., Bene Assicurazioni S.p.A, e le principali compagnie assicurative dei veri gruppi, da Unipol a Reale, come la compagnia assicuratrice Linear, la Compagnia Italiana di Previdenza, la Assicurazioni e Riassicurazioni, la Fit srl Società Benefit, Genertel S.p.A., la Hdi Assicurazioni e, ancora, Prima Assicurazioni, Quixa Assicurazioni, Verti Assicurazioni e Zurich Insurance Public Limited Company.
Come si evince dalla delibera dell' Antitrust: «L’istruttoria è diretta ad accertare se le società che offrono servizi di comparazione di prezzo e le imprese assicurative coinvolte nel procedimento abbiano realizzato un’intesa restrittiva della concorrenza tramite uno scambio di informazioni sensibili sulle condizioni economiche di vendita diretta delle polizze per la responsabilità civile auto. Secondo l’Autorità, le società avrebbero scambiato - costantemente e con regolarità - informazioni sensibili sulle condizioni economiche di vendita delle polizze Rc auto attraverso la condivisione di report elaborati e distribuiti dalle società di comparazione di prezzo. L’intesa, inoltre, sarebbe stata realizzata almeno dal 2012 e si sarebbe verificata anche durante il periodo del primo lockdown imposto dal Governo per contrastare il diffondersi del Covid-19».